Più Gadda di Pasolini

Canz. S. Giov. 1891, Persichetti, Quanto sei scema.6:

co' te. / Sbrighete core bello - che giù pe' lo Stradone / te vojo dà un bacione - c'ha da scrocchià /

Il bacione deve “scrocchiare” o ci deve far scrocchiare? Lampante!

Pascarella, Scop. Amer., XLVIII, :

E l'italiano è stato sempre quello! E si viè 'n forestiere da lontano, sibbè' c'ha visto tutto er monno sano, si arriva qui s'ha da cavà er cappello.

Sto forestiero seppur “che ha” visto il resto del mondo...

Jandolo, Poesie, La porta incantata.2:

Quanno è invitato a pranzo da Lisetta / er vecchio, ammalapena c'ha magnato, / porta la sedia sotto ar pergolato / pe' fa 'na pennichetta.

Il vecchietto mica ci avrà mangiato a noi?

Banal, Aria de Roma, Bartolomeo Pinelli, II, :

che, si dall'arto vede o si ve sente, cusì... modernizzata, a nominallo de quer c'ha fatto, forse se ne pente. quer genio, pe' la mano, pe' la mente e,

non c'è dubbio che significa quello che ha fatto, e non quello che “ci ha” fatto!

Salaris, Ant. Rugant., ER PIANINO [1986], :

'na musica riassomma dar passato, 'no spiccio sona a voto sur piattino, gente buciarda dice c'ha già dato.

Anche qui è chiaro il significato e dunque la pronuncia “ka”!

Solo il grande, per tutto il resto, Pier Paolo Pasolini utilizza la grafia “c'ha” per “cià” ma, da friulano vissuto a Bologna!

Pasolini, Ragazzi di vita, IL FERROBEDÒ, :

tra i piedi dei passanti. « A ventisei lire, » gli disse, « se vedemo stasera a chi c'ha più grana 'n saccoccia. »

Ma il Pasolini non può essere preso ad esempio di vernacolo romano; credo che sia stata una sua mancanza di documentazione, ovvero potrebbe avere avuto quella versione da qualcuno che, sia pur romano, non conosceva affatto il dialetto!

Gadda, Quer pasticciaccio brutto... pag. 75

Queli dua ciaveveno er fiuto bono

Gadda era milanese, ma sul suo libro usa benissimo, il nostro dialetto, segno che si era documentato meglio di Pasolini!